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David Hume

David Hume nacque ad Edimburgo (Scozia) da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà terriera nel 1711.

Si appassiono fin da giovane allo studio dei classici e della filosofia, al punto da opporsi fermamente al desiderio dei parenti che lo avrebbero voluto avvocato come il padre.

Già nel 1729, ossia a 18 anni, egli ebbe una potente intuizione che, come egli stesso dice, ali rivelò una *'nuova scena di pensiero'*, che gli fece balenare alla mente la sua nuova visione filosofica.

Con la *"nuova scena di pensiero'* nacque l'idea base del "trattato sulla natura umana*

capolavoro di Hume, cui il nostro filosofo lavorò in Inghilterra fino al 1734, e poi ancora fra il 1634 e 1736 in Francia, dove egli si era recato per ampliare i propri orizzonti culturali.

nel 1739 vennero finalmente pubblicati a Londra i primi due volumi del *trattato sulla natura umana* e nel 1740 il terzo ma non suscitarono nessun interesse particolare.

ma i posteri hanno indicato proprio in quel trattato, non apprezzato dai contemporanei, il capolavoro del filosofo.

tra le opere successive al trattato ricordiamo

  • i saggi sull'intelletto umano del 1748,
  • le ricerche sui principi della morale del 1751
  • i discorsi politici del 1752.

Il trattato sulla natura umana

Hume constata che sulla base dell'osservazione e del metodo sperimentale, Newton ha costruito una solida visione del mondo fisico; ora, cio che occorre ancora fare è appunto l'applicare quel metodo anche alla natura umana, ossia al soggetto e non solo all'oggetto.

Bisogna fondare la scienza dell'uomo su basi sperimentali.

Hume, in breve, ritiene ormai di poter essere il Galilei, o meglio il Newton della "natura umana".

Anzi, il nostro filosofo è addirittura convinto che la "scienza della natura umana" sia ancora più importante della fisica e delle altre scienze, per il motivo che tutte queste scienze "dipendono in qualche modo dalla natura dell'uomo".

Vediamo come Hume, con il nuovo metodo sperimentale, proceda alla costruzione della "natura umana"

Tutti i contenuti della mente non sono altro che "percezioni", e si dividono in due , che Hume chiama: 

1) impressioni 2) idee

Le impressioni si presentano alla mente con maggiore forza e violenza (Hume intende tutte le sensazioni, passioni ed emozioni, quando fanno la loro prima apparizione sulla nostra anima).

Le idee sono, invece, le immagini sbiadite delle impressioni.

A questo punto è d'obbligo chiedersi: l'idea dipende dall'impressione, o viceversa?

La risposta di Hume è inequivocabile: originaria è l'impressione, dipendente è l'idea.

A favore di tale teoria Hume afferma che per dare a un bambino l'idea del colore arancione, io gli presento, ossia, in altri termini, gli procuro impressioni.

Noi non possiamo percepire un colore semplicemente col pensarci.

Da qui, dunque deriva il "primo principio" della scienza della "natura umana": "tutte le idee semplici provengono dalle loro corrispondenti impressioni"

Questo principio, dice Hume, tronca la questione delle idee innate: noi non abbiamo idee se non dopo avere avuto impressioni; queste ultime, invece, e solo queste, sono originarie.

Non esistono idee innate.

Fra le idee c'è una "dolce forza che comunemente s'impone" e che Hume chiama principio dell'associazione.

Le proprietà che danno origine a quest'associazione tra idee e far sì che la mente venga trasportata da un'idea all'altra sono tre:

1) rassomiglianza;
2) Contiguità nel tempo e nelle spazio;

3) Causa ed effetto.


1) una foto richiama alla mente la persona che le assomiglia;
2)L'idea dell'aula scolastica richiama altre aule dell'edificio;

3) L'idea di causa richiama l'idea di ettetto: ad esempio fuoco-calore; fuoco-tiamma (ma Hume critica l'idea di causa ed effetto).


La critica Humana della idea di relazione di causa ed effetto

Le idee di causa ed effetto sono tra di loro diverse, e nessuna analisi dell'idea di causa può farci conoscere a priori l'effetto che ne deriva.

"Se io colpisco con una palla da bigliardo un'altra palla, dico che la prima ha causato il movimento della seconda, ma il movimento della seconda palla da bigliardo è un fatto completamente distinto dal movimento della prima e non incluso in esso a priori".

È l'esperienza che ci fa vedere le cose in rapporto di causa ed effetto: il pane nutre quindi dovrà continuare a nutrire; il sole sorge quindi dovrà continuare a sorgere; ma come giustifico che ciò che è avvenuto fino ad oggi, può continuare ad accadere anche domani?

Ora noi dalla contiguità e successione di due fenomeni deduciamo la connessione necessaria, perché cosi l'abitudine ci ha abituati a constatare: ma ciò non è fondato, giustificato.

il rapporto tra causa ed effetto (es fuoco-fiamma) è solo questo dopo questo e non è un rapporto necessario (questo per questo).

Ma c'è ancora un punto importantissimo da comprendere.

L'abitudine di per se stessa non sarebbe sufficiente a spiegare interamente il fenomeno di cui stiamo discutendo

l'abitudine una volta formatasi genera in noi una credenza; è appunto questa credenza che ci infonde la convinzione per cui data quella che noi chiamiamo "causa" , debba seguire quello che noi chiamiamo affetto.

Dunque, secondo Hume, la chiave per la soluzione del problema sta nella credenza che è un sentimento.

Il fondamento della casualità, pertanto, da ontologico-razionale diventa emotivo-razionale


LA CRITICA DELLE IDEE DI SOSTANZA MATERIALE E DI SOSTANZA SPIRITUALE

Ad analoghe critiche Hume sottopone il concetto classico di sostanza

  1. sia riferito a oggetti corporei
  2. sia riferito a soggetti spirituali

1)Ciò che noi cogliamo in realtà, secondo Hume, altro non è se non una serie di fasci di Impressioni e idee. siccome Quest fasci al moressioni si presentano in modo costante. immaginiamo l'esistenza di un principio che costituisca il fondamento della coesione fra le impressioni.

Quel fascio di percezioni che chiamiamo ad esempio "mela" noi lo consideriamo sorretto da un

principio di coesione che garantisca il fondamento delle stesse impressioni e il loro costante stare assieme.

Ma questo principio non è una impressione, ma solamente un nostro modo di immaginare le cose che crediamo esistere fuori di noi.

Riepilogando:

  • l'esistenza delle cose fuori di noi non è oggetto di conoscenza, ma di credenza;
  • L'identità dell'io non è oggetto di conoscenza ma di credenza.

2)Analoghe critiche Hume rivolge anche contro l'esistenza di una sostanza spirituale, in particolare contro l'esistenza dell'io inteso come realtà dotata di autocoscienza.

come gli oggetti non sono altro che collezioni di impressionI cosI,analogamente,noi non siamo altro che collezioni o fasci di impressioni e di idee,siamo una specie di teatro,dove le impressioni e le idee continuamente passano e ripassano.

L'empirismo scettico di Hume ha raggiunto limiti invalicabili: toccherà a Kant il compito di trovare nuove vie, per evitare sia gli estremismi scettici di Hume,sia gli estremismi dei sistemi razionalisti.


La morale

La morale fu l'argomento che maggiormente interessò Hume fin dall'inizio della sua formazione spirituale.

Qual'è il fondamento della morale?

Hume, come abbiamo gia visto, ha negato che la ragione come tale possa muovere la volonta, ossia che la ragione possa essere fondamento della vita morale.

La risposta di Hume al quesito è ormai cosa ovvia.

Il fondamento della morale è il sentimento.

Quale, allora questo sentimento che sta a fondamento della morale?

È un sentimento particolare di piacere e di dolore.

Abbiamo detto che il piacere o dolore morale è un sentimento particolare.

Esso va infatti distinto da tutti gli altri tipi di piacere.

Di fronte alla virt di una persona proviamo un piacere particolare che ci spinge a lodarla( così come di fronte al vizio proviamo un dispiacere che ci spinge a biasimarlo).

Si tratta, dice Hume, di un tipo di piacere o di dolore disinteressato.

E questo, appunto, la particolarità del sentimento morale: l'essere disinteressato.


La religione e il suo fondamento irrazionale

1) la religione non ha un fondamento razionale.

Le prove che i teologi adducono a favore dell'esistenza di Dio sono da Hume confutate e respinte.

2) la religione non ha nemmeno un fondamento morale.

Fra religione ed etica, secondo Hume, non c'è vera connessione.

Il fondamento della morale, infatti, è il sentimento, non la religione.

3) la religione ha un fondamento istintivo.

L'idea del divino è nata dal terrore della morte, della preoccupazione per una vita futura.

Hume non è ateo per principio, ma è estremamente ambiguo.

Valuta negativamente la religione, ma poi dice che un popolo senza religione poco differisce dai bruti.

___________
Riassumendo:
David Hume è stato un importante filosofo scozzese del XVIII secolo, noto per i suoi contributi alla filosofia morale, all'epistemologia e alla teoria politica. 


1. Empirismo: Hume è considerato uno dei principali rappresentanti dell'empirismo, una corrente filosofica che sostiene che tutta la conoscenza deriva dall'esperienza sensoriale. Ha criticato le teorie razionaliste che affermavano l'esistenza di idee innate, sostenendo che tutte le nostre idee e concetti derivano dall'esperienza.


2. Associazionismo: Hume ha sviluppato una teoria dell'associazionismo, secondo cui le idee sono legate tra loro attraverso principi di associazione come la somiglianza, la contiguità nello spazio e nel tempo e la causa-effetto. Questo concetto ha avuto un impatto significativo sulla psicologia e sulla teoria della mente.


3. Scetticismo e Problema della Causa ed Effetto: Una delle sue critiche più famose è stata rivolta al concetto di causa ed effetto. Hume ha sostenuto che non possiamo mai osservare direttamente la causa di un evento, ma solo la successione di eventi che sembrano correlati. Ha sollevato dubbi sull'idea che possiamo conoscere con certezza la connessione causale tra eventi, suggerendo un atteggiamento scettico verso la nostra comprensione del mondo esterno.


4. Morale e Passioni: Nella sua opera "Trattato sulla natura umana" e successivamente in "Indagine sulla comprensione umana", Hume ha sviluppato una teoria morale basata sulle emozioni e sulle passioni umane. Ha sostenuto che i giudizi morali derivano dalla nostra sensibilità emotiva e che non possono essere dedotti razionalmente. Questa prospettiva ha avuto un'influenza significativa sulla filosofia morale e sull'etica contemporanea.


5. Sfida all'Induzione: Hume ha anche sollevato il problema dell'induzione, mettendo in discussione la validità del ragionamento induttivo e la nostra capacità di trarre conclusioni generali da osservazioni specifiche. Questo ha avuto implicazioni importanti per la filosofia della scienza e per la nostra comprensione della conoscenza scientifica.



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