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1. Bruno intende provare la tesi dell'infinità dell'universo da due prospettive: la prima è basata sulla natura di Dio come causa dell'universo, sostenendo che se Dio è infinito, l'universo da Lui creato deve essere anch'esso infinito. La seconda prospettiva riguarda la comunicazione dell'infinità da parte di Dio alle cose, affermando che l'infinito comunica ciò che gli è proprio, ossia l'infinità stessa, e quindi l'universo derivato da Dio deve essere infinito.

2. Per Bruno, ammettendo la finitudine dell'universo si verrebbe a "frustrare la capacità infinita" di Dio perché implicherebbe limitare la potenza divina e sminuirla. Questo limite nella capacità di Dio di creare un universo infinito andrebbe contro la natura stessa dell'infinità divina e porterebbe a contraddizioni filosofiche e religiose.


3. Gli interrogativi retorici utilizzati da Bruno per sottolineare l'assurdità dell'ipotesi della finitezza dell'universo sono i seguenti:

   - "Per quale strana ragione tale infinità avrebbe dovuto comunicarsi al mondo in modo finito, quasi Dio fosse invidioso che anche il creato avesse la sua stessa qualità?"

   - "Perché Dio avrebbe dovuto limitare la sua potenza e sminuirla, creando un unico mondo quando poteva creare infiniti?"

   - "Perché volete che quel centro della divinità, che può infinitamente in una sfera (se così si potesse dire) infinita amplificarsi, come invidioso, rimaner più tosto sterile che farsi comunicabile, padre fecondo, ornato e bello?"


4. Secondo me, i "principi di filosofia" che verrebbero "distrutti" dalla negazione dell'infinità dell'universo sono quelli che sostengono l'infinità divina e l'idea che l'universo rifletta l'infinita potenza di Dio. Inoltre, la finitudine dell'universo metterebbe in discussione la concezione dell'universo come manifestazione dell'infinito, sminuendo così il ruolo dell'uomo come parte di un universo infinito.

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