2. Come viene intesa dal filosofo la relazione tra la capacità pratica e quella intellettiva?
3. In che cosa consiste l' «eroico furore» e perché è così denominato?
1. Il possesso delle mani conferisce all'uomo il potere di manipolare e trasformare il mondo. Bruno considera le mani uno strumento con cui l'uomo può piegare la materia ai propri scopi e progetti, consentendogli di toccare, modificare e plasmare la realtà circostante.
2. Bruno concepisce la relazione tra la capacità pratica e quella intellettiva come complementare. Egli sostiene che queste due capacità non sono in contraddizione l'una rispetto all'altra, ma entrambe sono fondamentali per la comprensione e la trasformazione delle cose. La capacità pratica, associata all'uso delle mani, permette all'uomo di agire nel mondo fisico, mentre la capacità intellettiva gli consente di comprendere le leggi e i principi che governano la realtà.
3. L'«eroico furore» è un concetto introdotto da Bruno per descrivere l'ardente desiderio di conoscenza e l'unione profonda con la natura. È chiamato "eroico" perché rappresenta un desiderio di conoscenza che supera i desideri bassi e volgari. Bruno lo denomina così perché paragona l'individuo che si lascia prendere da questo furore a un eroe che si innalza verso la comprensione della natura e si identifica con essa, abbracciandola in modo onnicomprensivo.
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